sabato 5 gennaio 2008

Ricostruire la democrazia

Ricostruire la democrazia, ha detto Ferrara nel suo intervento al Forum. Bene. Da dove cominciamo? Io propongo di cominciare da qui, da noi, dalla sinistra unita, plurale ed ecologista che vogliamo costruire.
Per questo la nuova formazione dovrà “mischiare” tutte le “anime” della sinistra non solo quelle iscritte alle quattro attuali componenti ma anche quelle – che forse sono più numerose – che non si riconoscono in alcuna di esse, che ora sono senza rappresentanza. Inoltre non deve costituirsi secondo l'abituale "forma partito", ma deve adottare una forma capace di tenere insieme formazioni politiche e società civile senza che si stabiliscano vincoli di subordinazione, collateralismi e tentativi di strumentalizzazione, ed alla quale ci si possa iscrivere anche direttamente non soltanto attraverso le formazioni politiche. Il che vuol dire che essa non può nascere attraverso accordi tra gli stati maggiori, intermedi, minori e minimi. Ma dal basso.
In qualsiasi forma provi a mettere insieme questo variegatissimo mondo, bisogna che la nuova formazione nasca mediante un processo aperto a chiunque voglia parteciparvi, che parta dai territori, e attraverso un confronto sui contenuti (l’idea di società, di Europa e di Mediterraneo; i rapporti internazionali; le scelte strategiche) miri a costruire il progetto ed insieme il soggetto che si candida a realizzarlo, o quanto meno a battersi perché lo sia. Sarebbe bello se le attuali formazioni politiche aprissero le proprie sedi alla società civile per ospitare questo processo.
La selezione di chi guiderà l’impegno per la promozione/realizzazione del progetto dovrà avvenire nel contesto dello stesso processo e non distintamente da esso: né prima, né dopo. Perciò in ogni luogo dove si sarà attivato il processo, definito un documento di contenuti sul quale si sia verificato il consenso dei partecipanti, si dovrà a nominare il gurppo dei portavoce che dovrà risultare composto così: 25% donne iscritte ai partiti; 25% uomini iscritti ai partiti; 25% donne non iscritte ai partiti; 25% uomini non iscritti ai partiti.
La nomina dovrà avvenire scegliendo tra coloro che avranno partecipato al confronto per la redazione del documento, in base ad una lista composta di quattro sezioni di eguale peso (25% ciascuna del totale): una comprendente donne iscritte a formazioni politiche; una seconda maschi iscritti a formazioni politiche; la terza e la quarta donne e maschi non iscritti ad alcuna formazione politica. Voteranno coloro che avranno preso parte al processo e ciascuno disporrà di quattro voti spendibili su una sola delle quattro sezioni della scheda o su tutte, come meglio crede, in modo che iscritti e iscritte possano votare anche per coloro che iscritti/e non sono, e viceversa. Con le stesse modalità si procederà anche ai livelli successivi [circoscrizionale (nel caso di Comuni grandi), comunale, provinciale, regionale e nazionale].
Con questo metodo dovrà essere formulato lo statuto e soprattutto la carta dei valori.
Saranno capaci le attuali formazioni politiche di mettersi veramente in gioco? Non sarà facile. Una cosa mi sembra però altamente probabile: se non si metteranno in gioco e non contribuiranno fattivamente a costruire un soggetto nuovo nella forma e per i contenuti esse si dissolveranno e condanneranno alla insignificanza politica tutta l'area delle sinistra.
Se un nuovo soggetto nascerà davvero auspico che esso recuperi la capacità di effettuare analisi strutturali. La sconfitta che la sinistra ha subito nasce dall’aver dimesso questo prezioso strumento di lettura ed interpretazione della realtà. E’ per questo che la sinistra si è visto passare sotto gli occhi senza capirli i cambiamenti strutturali che la trasformazione del capitalismo ha indotto nella società, non si è avveduta che la logica dell’accumulazione è profondamente mutata, non ha riconosciuto come suoi i “nuovi soggetti” che il diverso modo di produrre ha fatto emergere, non si è avveduta che sfruttamento e alienazione non passano più soltanto attraverso il rapporto di lavoro dipendente ma che le forme del comando del capitale si sono moltiplicate e coinvolgono anche il momento del consumo. Non si è accorta cioè che è mutata la composizione di classe della società. E si è distinta, quando non si è divisa , dagli ecologisti, come se la questione ecologica fosse un problema a sé stante e non avesse carattere strutturale.
Termino. Nell’assemblea generale del Forum abbiamo ricordato i morti sul lavoro dell'acciaieria di Torino. Affinché il ricordo che ne abbiamo fatto non si riduca alla solita sterile liturgia occorre che quanti ritengono indegno ed inaccettabile che per lavorare si muoia assumano la consapevolezza che per evitare le morti sul lavoro è indispensabile un cambiamento radicale del modo di produrre e quindi dell’assetto della società. O la sinistra che nascerà - se nascerà - si porrà questo obiettivo o le morti continueranno a scandire i ritmi dei processi di produzione.

Nino Lisi

Nessun commento: