sabato 12 novembre 2011

Un poco di dietrologia

Berlusconi si è dimesso. Gridiamo anche noi, insieme al popolo romano: alleluia!. Ma rimane un interrogativo: ha più ragione Franceschini ad attribuirsi tutto il merito, o Cicchitto, che sostiene che non il PD, ma i MERCATI hanno abbattuto Berlusconi?
Ma non di questo si voleva parlare, quanto dell'informe movimento chiamato "gli indignati", che qualcuno scambia per una rivoluzione, dopo aver certificato che lo erano gli avvenimenti di Tunisia, di Egitto, e soprattutto che era una grande rivoluzione di popolo la maxi operazione della NATO e dei servizi segreti di mezzo mondo in Libia. Naturalmente la NATO se ne infischia di questi utili idioti, e proclama ufficialmente il pieno successo della operazione-Libia (per le altre il successo occidentale è così ovvio che non occorre neppure proclamarlo).
Per questo, senza farsi ossessionare dal complottismo e dal "segreto" (il web pullula di siti di questo tipo), può essere utile questo filmato, che ritiene di individuare un unico filo che lega la "rivoluzione" di Gorbaciov, con le "rivoluzioni colorate" nei paesi dell'ex Unione Sovietica, con le "primavere arabe". Naturalmente, credere (come si potrebbe ricavare da un ascolto semplificatorio del filmato) che un gruppo di serbi abbia combinato tutto il casino è altrettanto ridicolo che credere al ragazzino libico esule che avrebbe scatenato l'inferno della guerra in Libia (scusate: la rivoluzione libica!) battendo su qualche tasto del suo computer nel suo appartamento in Svizzera (però, mercenari serbi continuavano a saltar fuori in Libia, solo che erano attribuiti alla "parte" gheddafiana).
Quindi prendiamo il filmato per quello che è, cioè come avvertenza a non farsi menare per il naso da "rivoluzionari inesistenti", o addirittura prezzolati per deviare in continuazione il "movimento" su falsi obiettivi e su innocui giri di valzer, campade, lune nel pozzo e cose simili. Che poi i centri di elaborazione delle politiche globali, di matrice oramai solo capitalistica, esistano, è non solo ovvio, ma viene detto apertamente sui loro siti internet. Prendiamo per esempio l' "Aspen institute", ovviamente americano, che espone così la sua "missione": "La missione di Aspen Institute è duplice: promuovere una leadership basata sui valori, incoraggiando le persone a riflettere sugli ideali e le idee che definiscono una buona società, e per fornire un campo neutro ed equilibrato per discutere e agire su temi critici." Una definizione, appunto "neutra". Ma basta dare una occhiata distratta al "Board" per trovarci fianco a fianco, tanto per fare un esempio, sia la ministra degli esteri di Clinton che quella di Bush junior.
Se poi andiamo alla sezione italiana di questa organizzazione, nel suo comitato esecutivo, che comunque consigliamo di analizzare per intero visitando il sito linkato prima, insieme a Lucia Annunziato ed Umberto Eco troviamo Fedele Confaloniere, John Elkann, Giulio Trementi e tutto il gotha di chi ci domina davvero. Dunque occhio ai dinosauri ed agli altri sauri, vegetariani o carnivori. Il cataclisma geologico che ci ha preceduto ce ne ha lasciato molti in eredità. Buon video.

Da vedere prima dell'11 11 11 from censuratixcaso on Vimeo.

venerdì 22 aprile 2011

L'aler agli ordini della giunta

Nel suo forsennato attacco a tutto ciò che non rientra nei suoi schemi di ordine e di disordine, cioè nel suo ordine di classe, la giunta del mononeuronato porta i suoi affondo. Via i rom da via Orzinuovi, via il Magazzino 47 da via Industriale, via gli sfrattati da tutte le vie, via gli operai da via Milano. In alcuni casi per intervento diretto, in altri come responsabilità politica condivisa con governo e padroni in genere.
Qui sotto alcune immagini della visita spontanea all'Aler di Brescia, che ha intimato lo sfratto giudiziario dai locali dove agisce il Magazzino 47, da anni presenza significativa del movimento in città, e ultimamente attivo nella vicinda della gru e in quella contro gli sfratti. Che cosa c'é di meglio che sfrattarlo?
Ai compagni del Magazzino, come ai rom, come agli operai di via Milano (Ideal Standard e Caffaro vanno verso la chiusura definitiva e senza alternative per più di cento operai) va la nostra solidarietà.